L’emigrazione degli italiani nell’Africa sub-sahariana fu un fenomeno che in Italia ebbe ben poca eco, mentre in Africa l’impatto fu significativo ed ebbe effetti persistenti.
Questo volume, oltre ad avere un interesse nell’ambito degli studi sulla migrazione italiana nel mondo, consente di mettere in luce le contraddizioni e le ambiguità dell’esperienza coloniale. Le fratture interne alle comunità “bianche” furono profonde, ma il razzismo e la discriminazione divennero il cemento di una solidarietà altrimenti estremamente volatile. Le costruzioni di genere furono parte attiva di questo complesso dispositivo di potere.
I fenomeni migratori lasciano sempre un segno, più o meno duraturo, su entrambe le sponde del loro muoversi. In Italia i migranti riportarono le narrazione dei loro successi e delle loro fatiche e i ricordi di un’Africa generosa ma ostile, affascinate ma pericolosa e in Africa lasciarono, oltre ai segni materiali del loro lavoro, alcuni figli, che qui trovano voce, per cui l’Italia è solo il nome di un paese europeo, un sogno da inseguire oppure quella percentuale di sangue che rende la loro pelle un po’ più chiara.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
161 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Alessandra Brivio
Alessandria Brivio è antropologa presso l’Università di Milano Bicocca. Da diversi anni svolge attività di ricerca in Africa Occidentale su temi connessi alle credenze religiose locali, alla storia e alla pratica dei culti vodu e alla memoria della schiavitù. Tra le sue pubblicazioni, la cura del volume Mami Wata, l’inquieto spirito delle acque (Milano 2010).