Le grandi migrazioni interne che hanno attraversato l’Italia negli anni del boom economico sono state finora descritte dagli storici come un fenomeno esclusivamente maschile, in cui le donne si sarebbero limitate a seguire gli uomini, per poi “misteriosamente” sparire dal mondo del lavoro. Ribaltando lo stereotipo che vuole il mondo femminile di quegli anni quasi esclusivamente ripiegato all’interno delle mura domestiche, la ricerca di Anna Badino presenta uno scenario del tutto diverso del rapporto tra emigrazione femminile e lavoro.
Attraverso l’incrocio di fonti statistiche e qualitative, l’indagine prende in esame un ampio campione di donne immigrate dal Sud e dal Veneto tra fine anni Cinquanta e primi anni Settanta nella realtà urbana torinese – luogo simbolo dello sviluppo industriale italiano. Il quadro che emerge è innanzi tutto quello di una forte spinta femminile al lavoro: un lavoro che non è solo quello operaio, ma che assume spesso la forma di occupazioni irregolari, marginali e “invisibili”, sempre però contrassegnato dalla difficoltà di conciliare impegni di cura e attività extradomestiche. Si delinea così una realtà multiforme e variegata, capace di produrre mutamenti inattesi anche nei modelli di organizzazione familiare, che nessuno aveva ancora raccontato.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
241 -
Autore della prefazione
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Argomento
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Collana
Sull'autore
Anna Badino
Anna Badino è docente a contratto di Storia delle donne e di genere presso l’Università del Piemonte Orientale e collabora con il Dipartimento di Storia dell’Università di Torino e con alcuni istituti di ricerca piemontesi. Con questo studio nel 2007 ha ottenuto il primo premio assegnato dalla Commissione Pari Opportunità della Regione Piemonte e il secondo premio Franca Pieroni Bortolotti.