Licita usura, vale a dire liceità del prestito ad interesse, è un concetto non soltanto legittimato dai codici emanati in epoca moderna, ma talmente inciso nella coscienza comune da costituire il perno fondamentale attorno al quale mostra di continuare a ruotare l’universale realtà economica e sociale.
Ancora oggi continuano ad affiorare perplessità, se non profondi dubbi, sulla validità o, quanto meno, sui limiti d’applicabilità di sistemi integralmente basati sulla diffusione generalizzata delle pratiche feneratizie. Nella realtà contemporanea, sebbene in termini totalmente differenti, paiono rivivere le medesime rationes, d’ordine etico e giuridico, su cui si fondavano quanti si pronunciarono pro vel contra la licitas del prestito ad interessi dall’epoca medievale sino alla prima metà del XIX secolo.
La fedele riproposizione delle opinioni espresse da tali autori e, di conseguenza, la ricostruzione delle modalità di svolgimento dell’intera disputa, costituisce l’obiettivo di questo lavoro. Sono qui presi in considerazione solamente quanti, fra teologi, canonisti e legisti, mostrarono d’aver acquisito un’auctoritas indiscussa ovvero d’aver manifestato peculiari originalità nei modi d’argomentare le proprie opinioni oppure, ancora, d’aver messo in luce maggior vivacità polemica nel contestare le tesi dei loro adversarii. Un mosaico, quindi, indubbiamente mancante di molti tasselli, ma in grado, per la lucentezza delle “immagini”, di rendere in qualche modo visibile il tortuoso iter percorso dalla disputa nel suo lunghissimo esplicarsi.
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Yes -
Language
Italian -
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425 -
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