Marco De Nicolò, Enzo Fimiani
Al tramonto del XIX secolo, grazie alla guerra ispano-americana del 1898, il nazionalismo italiano scoprì la potenza statunitense. Imperialismo, apparato industriale, preparazione militare, culto della fisicità, numero di giovani pronti a sacrificarsi per la patria: furono questi gli aspetti che colpirono il nascente movimento nazionalista.
Tuttavia, ben presto gli Stati Uniti e la civiltà anglosassone, spesso visti come un tutt’uno, cessarono a poco a poco di essere un modello.
Tramite l’analisi di fonti preziose e poco esplorate (principalmente le riviste «L’Idea Nazionale» e «Politica»), questo studio intende analizzare le ragioni di un tale cambiamento di prospettiva, mettendo in luce come – negli anni caratterizzati dalla nascita dell’Associazione nazionalista, dalla guerra mondiale, dalla questione fiumana e dalla confluenza del nazionalismo nel fascismo – il giudizio verso gli Stati Uniti sia stato oggetto di una continua messa a punto, revisione e discussione.
Dettagli libro
-
Editore
-
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Argomento
-
Collana
Sull'autore
Federico Robbe
Federico Robbe, già assegnista di ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Bergamo, attualmente lavora nella redazione di una casa editrice. Tra le sue pubblicazioni, L’impossibile incontro. Gli Stati Uniti e la destra italiana negli anni Cinquanta (FrancoAngeli 2012) e Andreotti e l’Italia di confine. Lotta politica e nazionalizzazione delle masse, 1947-1954 (con Paolo Gheda, Guerini e Associati 2015).