La Terracina medievale, “città di frontiera”, era al centro delle relazioni tra il Regno di Napoli e Roma. La posizione sul mare, il porto e il dinamismo dei ceti sociali la misero in stretto contatto con altre città marinare del Mediterraneo. Aperta a mercanti e marinai, con una popolazione che fino al XIV secolo continuò a crescere, acquisì una fisionomia peculiare e complessa, che incise sull’evoluzione sociale e sulle dinamiche delle sue istituzioni. A questo si affiancava il rapporto con l’entroterra, caratterizzato da pascoli, raccolta del legname e allevamento del pesce, ma anche, nelle più limitate zone fertili, dalla notevole estensione delle terre coltivate a vigneto.
Con il consolidarsi dello Stato della Chiesa Terracina vide crescere il valore della sua posizione ed assunse nuovi ruoli direzionali e di controllo del territorio, ma fu anche oggetto delle mire degli Angioini e dei Genovesi, e costretta a subire la diretta ingerenza pontificia per evitare quella delle famiglie baronali circostanti.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
417 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Maria Teresa Caciorgna
Maria Teresa Caciorgna insegna Storia medievale presso l’Università di Roma Tre. Ha concentrato i suoi studi sulle istituzioni e la società dello Stato della Chiesa. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Le pergamene di Sezze (1181-1347) (Roma 1988), Marittima medievale. Territori, società, poteri (Roma 1996) e la cura di S. Maria di Grottaferrata e il cardinale Bessarione. Studi e fonti sulla prima commenda (Roma 2005).