Tra i vari profili di Arnold J. Toynbee – storico, filosofo della storia, antichista – quello che emerge dalle carte del Foreign Office di Londra è uno dei meno noti, ovvero quello di esperto dell’intelligence britannico negli anni della Prima guerra mondiale e dell’immediato dopoguerra.
Dalle analisi sul riassetto del Medio Oriente messe a punto in vista della Conferenza di pace di Parigi – nonché dall’ampia produzione saggistica e pubblicistica dedicata a questo tema nel corso degli anni Venti del Novecento – emerge il ruolo centrale riconosciuto alla “civiltà islamica” in una dimensione essenzialmente politica e profondamente consapevole dei mutati equilibri nelle relazioni globali tra Occidente e Oriente, ben lontana quindi dalle semplificazioni culturaliste attribuitegli in anni recenti nell’ambito delle teorie sullo “scontro di civiltà”.
Ma il progetto politico per il Medio Oriente schiudeva per Toynbee anche uno scenario fondamentale per il futuro dell’impero britannico, in fase di declino e oggetto di proposte di riforma dall’inizio del secolo. Le rivendicazioni di autodeterminazione nazionale del mondo musulmano rappresentarono infatti un tassello essenziale nel quadro di un’originale riflessione politico-istituzionale tesa a legittimare su nuove basi l’avventura imperiale britannica.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
225 -
Argomento
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Collana
Sull'autore
Laura Di Fiore
Laura Di Fiore è assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Napoli «Federico II». Ha pubblicato articoli sull’attività di analista politico di A. J. Toynbee e il volume Alla frontiera. Confini e documenti d’identità nel Mezzogiorno continentale preunitario, Rubbettino, Soveria Mannelli 2013. Con Marco Meriggi ha pubblicato il libro World History. Le nuove rotte della storia, Laterza, Roma-Bari 2011, e ha curato il volume Movimenti e confini. Spazi mobili nell’Italia preunitaria, Viella, Roma 2013.