Il libro traccia una sintetica storia dell’alchimia occidentale tra Medioevo e Umanesimo e delle sue figure maggiori (Alberto Magno, Ruggero Bacone, Raimondo Lullo), dei legami con la scienza medica, dei rapporti contrastati con la religione e con la Chiesa. In questo quadro il libro esamina poi, in particolare, l’interesse suscitato dall’alchimia nella corte papale del tardo Medioevo.
All’inizio del Quattrocento viene eletto al trono pontificio, col nome di Felice V, Amedeo VIII di Savoia: un tempo infaticabile promotore dell’ampliamento dello stato sabaudo, il duca aveva in seguito rinunciato al potere politico e si era fatto eremita, con una scelta che aveva colpito e affascinato i contemporanei. Il papa, ormai anziano e angustiato nell’animo, è anche sofferente nel corpo, tormentato da una dolorosa paralisi per la quale, a giudizio dei medici, non esistono cure. Tra i funzionari della corte pontificia occupa un ruolo di spicco il francese Guglielmo Fabri segretario del papa, medico, uomo fidato, esperto e colto. Con lui Felice V intreccia un dialogo sull’esistenza di terapie segrete, sul valore dell’oro potabile e dell’arte trasmutatoria, sulla “medicina filosofica chiamata elixir”. In questa cornice di dialogo di corte nasce il Liber de lapide philosophico di Guglielmo Fabri, un testo inedito di grande interesse per la storia dell’alchimia tra Medioevo e Rinascimento.
L’opera appare particolarmente significativa perché rappresenta un riassunto delle vicende dell’alchimia latina medievale, le cui teorie però sono sistemate ed esposte in un contesto in cui gli assetti e i rapporti tra le discipline stanno cambiando.
Il testo latino del Liber de lapide philosophico e la sua traduzione in italiano accompagnano lo studio.
Dettagli libro
-
Editore
-
Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
219 -
Argomento
-
Collana
Sull'autore
Chiara Crisciani
Chiara Crisciani insegna storia della filosofia medievale all’Università di Pavia; si occupa di storia del pensiero filosofico-scientifico nel tardo medioevo, con particolare interesse per le caratteristiche e i problemi della medicina scolastica e per gli sviluppi dell’alchimia latina tra medioevo e età moderna.