La “religione di guerra” rappresenta un’importante chiave di lettura per comprendere il primo conflitto mondiale. Narrazioni, simboli e liturgie, frutto dell’intreccio tra cattolicesimo e nazionalismo, alimentarono la mobilitazione “totale” e diedero senso ad un massacro senza precedenti. Come e perché ciò fu possibile?
Il libro risponde all’interrogativo mettendo a fuoco un microcosmo – l’arcidiocesi di Firenze – nelle sue articolazioni, personalità e soggetti collettivi, in un gioco di scala tra locale, nazionale e globale.
Al centro dell’analisi sono le figurazioni culturali e l’esperienza di una comunità sui generis: una Chiesa tutt’altro che unanime, ma unita da una fede capace di curare il trauma bellico, sostenere l’etica del sacrificio e immaginare un orizzonte di espiazione. Nella parabola dall’anteguerra allo sterminato lutto di massa emerge così il racconto di una “nazione cattolica” finalmente trionfante.Dettagli libro
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Italiano -
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Sull'autore
Matteo Caponi
Matteo Caponi insegna Storia dell’Europa contemporanea presso l’Università di Pisa. I suoi principali interessi di ricerca ruotano attorno al rapporto tra cattolicesimo e nazionalismo nel XIX e XX secolo