Secondo una convinzione diffusa, l’introduzione della Riforma nella prima metà del XVI secolo avrebbe cancellato nell’Europa protestante ogni interesse per la santità e il culto dei santi.
Questo studio dimostra come quest’idea sia storicamente infondata. A partire dalla critica umanistica – e di Erasmo in particolare – al culto dei santi ereditato dal Medioevo, un’ampia e multiforme documentazione (scritti dei riformatori, formulazioni confessionali, ordinamenti ecclesiastici, scritture e riscritture agiografiche) attesta con tutta evidenza il passaggio dalla concezione dei santi come intercessori e patroni a una memoria dei santi coerente con i principi teologici della Riforma: finalizzata alla confessione della fede, al ringraziamento e alla lode a Dio, all’emulazione e all’incoraggiamento delle comunità nel momento della prova.
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Yes -
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Italian -
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433 -
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Stefano Cavallotto
Stefano Cavallotto insegna Storia del cristianesimo e delle chiese all’Università di Roma Tor Vergata. Tra le sue opere si ricordano le edizioni di Erasmo, Elogio della Follia (Milano 2004); Lutero, Preghiere (Casale Monferrato 1997); Melantone, Predicazione evangelica (Casale Monferrato 2001). Ha collaborato alla Storia della chiesa, già diretta da A. Fliche e V. Martin (Milano 1989), e alla Storia della teologia (Roma-Bologna 1996). Ha diretto con L. Mezzadri il Dizionario dell’età delle riforme. 1492-1622 (Roma 2006).