Dalla fine del Medioevo la Repubblica di Venezia è chiamata a gestire un ateneo di fama e tradizioni consolidate, a predisporre un minimo di regolamentazione per le scuole sorte in laguna, a stabilire un modus vivendi con gli ordini religiosi «insegnanti», ad assistere alla diffusione della cultura umanistica, alla moltiplicazione delle accademie e dei nuovi luoghi dove circolano le notizie sull’attualità politica veneziana, italiana e internazionale.
Quest’offerta non è pianificata, ma è, comunque, sorretta da una politica che incentiva, coordina, regolamenta, reprime e tollera. Politica, dunque, di una formazione di cui lo stato non ha il monopolio, ma che la Repubblica può e deve indirizzare e controllare. La politica stessa, del resto, presuppone una formazione tanto per coloro che sono chiamati a formularla e gestirla per appartenenza a un ceto, quanto per coloro che con la politica debbono quotidianamente interagire.
I saggi raccolti prendono in esame alcuni segmenti della società veneziana: dal patriziato governante alle élites delle città di Terraferma, ai mercanti – che, oltre a imparare i rudimenti del mestiere, devono dialogare con uffici e istituzioni veneziani – ai burocrati della Cancelleria ducale, che a Venezia si sono formati per servire la politica.
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Yes -
Language
Italian -
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173 -
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