Controllare il potere Il mandato imperativo e la revoca degli eletti (XVIII-XX secolo)

Controllare il potere

Il mandato imperativo e la revoca degli eletti (XVIII-XX secolo)

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Al centro delle rivendicazioni costituzionali democratiche, dal periodo giacobino fino alla Comune di Parigi, passando attraverso la temperie rivoluzionaria del 1848, vi furono il mandato imperativo e la revoca degli eletti, istituti giuridici che permettono di ripercorrere la vicenda della rappresentanza politica e di tracciarne una sorta di controstoria.

Vengono così ricostruite le origini del sistema rappresentativo, partendo dalla crisi dell’Ancien régime e dalla critica illuministica attraverso la cesura delle Rivoluzioni americana e francese, per inoltrarsi nel lungo Ottocento e giungere, dopo una riflessione su esperienze e teorie novecentesche di autogoverno e sui lavori dell’Assemblea costituente italiana, a mo’ di epilogo, ai giorni nostri. L’affermazione del sistema rappresentativo avvenne proprio sulle ceneri delle dottrine e delle prassi del mandato imperativo e della revoca degli eletti, che indicavano un’alternativa alla democrazia liberale. Questa alternativa sarebbe riemersa, in un mutato contesto istituzionale, nel corso del XX secolo, quando in Europa si fece sempre più stringente la necessità di “democratizzare la democrazia”. Un’esigenza che oggi, in un’epoca di sfiducia e di risentimento verso la politica, ricompare con tutta la sua forza.

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