Levatrici L’assistenza ostetrica nell’Italia liberale

Levatrici

L’assistenza ostetrica nell’Italia liberale

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Nella seconda metà dell’Ottocento, sotto l’influsso di fattori storico-culturali differenti (la costruzione dello Stato unitario e la «rivoluzione microbiologica»), si creano in Italia le condizioni per una modernizzazione del servizio ostetrico del paese. Esso doveva essere capillarmente offerto alla generalità della popolazione, attraverso la nomina in ogni comune della levatrice di comunità (la levatrice condotta), e affidato a un personale con credenziali universalmente definite e ufficialmente riconosciute (il diploma conseguito in una scuola di ostetricia minore).

E se questo progetto trasformativo, che ambisce a produrre una mutazione culturale della «coscienza ostetrica» del paese (sanitari impegnati e famiglie), è per le levatrici istruite nelle scuole una promessa di riconoscimento professionale e sociale, per le tante esercenti empiriche è l’avvio contrastato ma irreversibile verso il declino.

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Sull'autore

Rosanna Basso

Rosanna Basso insegna Storia Contemporanea presso l’Università del Salento. Tra le sue pubblicazioni: Stili di emancipazione (Argo 1999), Donne in provincia. Percorsi di emancipazione attraverso la scuola (FrancoAngeli 2000) e Oltre il segno. Donne e scritture nel Salento, secc. XV-XX (Lupo 2012).

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