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Alla Società dei Giacobini di Parigi, sul finire del 1791, Brissot propose una guerra all’Europa intera in nome della libertà dei popoli, ma venne prontamente contrastato da Robespierre, che temeva da quella scelta un drammatico contraccolpo sui precari equilibri della Francia rivoluzionaria. Brissot avrebbe vinto il duello oratorio, la Francia sarebbe andata in guerra e avrebbe scoperto la Repubblica: ma il tribunale dei posteri sarebbe stato sempre con Robespierre, riconoscendogli il merito di avere resistito alla violenta deriva del patriottismo. Su questa lettura fan tuttavia premio gli avvenimenti successivi, quando il rovescio delle operazioni militari portò al precipizio Brissot e la Gironda e aprì la via al governo rivoluzionario dominato dal suo avversario. Nella congiuntura politica di fine 1791 il senso delle posizioni dei due era infatti diverso: entrambi favorevoli a una guerra di libertà, si differenziavano giusto per le priorità che intendevano assegnare all’azione politica rivoluzionaria. Il volume restituisce quel duello oratorio alla propria originale dinamica, proponendo, in uno stretto ordine cronologico, il serrato contraddittorio tra i due, costruito su tre discorsi per parte, dove le argomentazioni dell’uno son puntualmente riprese e criticate dall’altro. In tal modo, le parole di Brissot, mai tradotte in italiano, molto attutiscono l’avventurismo politico sempre addebitatogli e consentono al tempo stesso di rileggere quelle di Robespierre su altro registro rispetto al pacifismo rivoluzionario troppo spesso riconosciutogli.

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Sull'autore

Jacques-Pierre Brissot

Jacques-Pierre Brissot (1754-1793), avvocato, soggiornò in Inghilterra e negli Stti Uniti prima di tornare in Francia alla vigilia della Rivoluzione. Monarchico fino alla fuga di Varennes, poi repubblicano, fu a capo dei girondini, in urto aperto con Robespierre. Alla caduta dei girondini venne ghigliottinato.

Maximilien Robespierre

Maximilien Robespierre (1758-1794) fu tra le maggiori personalità della Rivoluzione francese. Capo dei giacobini, si oppose con intransigenza alle forze moderate, riuscendo a prevalere ma finendo per assumere un potere dittatoriale. Nella seduta della Convenzione nazionale del 9 termidoro (27 luglio) 1794 venne posto sotto accusa ed arrestato e giustiziato il giorno successivo.

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